La mia prima settimana come UX Designer in Svezia

Riflessioni sull’approccio scandinavo al lavoro nel design

Maria Teresa Stella
I Diari del Digitale

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Turning Torso, il grattacielo più celebre della città svedese- by Pierre Châtel-Innocenti on Unsplash

Da poco ho iniziato il mio tirocinio come User Experience Designer presso la design agency Topp a Malmö, cittadina del sud della Svezia a due passi dalla Danimarca.

Spinta a venire qui dalla fama del design scandinavo, ho deciso innanzitutto di osservare come in Svezia ci si approccia a questa professione e al lavoro in generale. Di questi primi 7 giorni, ho selezionato 5 aspetti che mi piacerebbe riportare e vedere in Italia.

Inizio col botto

Dimenticate il mito (infame) del tirocinante che passa le giornate a portare caffè e fare fotocopie — qui i nuovi arrivati vengono subito inseriti all’interno di un team.

Aah, l’emozione del primo giorno.

Ancora prima di fare il giro dell’ufficio, sono stata catapultata in un meeting per un nuovo progetto, dove si è discusso assieme delle richieste del cliente e degli obbiettivi da raggiungere.
Nonostante la tensione iniziale, mi è stato utile per entrare subito a contatto con le dinamiche di lavoro e mi ha permesso di fare pratica su un autentico progetto di design.

Paese freddo, cuore caldo

Le temperature saranno anche sotto lo zero, ma qui a Malmö sono stata accolta da persone socievoli e disponibili. Ma, ancora di più, mi ha colpito come il rapporto tra superiori e dipendenti siano molto più “egualitario” rispetto all’Italia.

L’avevo giá detto che qua fa un po’ freddino?

Abituata alla formalità del mondo universitario italiano, con i capi dell’azienda mi sarei aspettata solamente qualche conversazione breve e formale durante i meeting.
Invece, sono stata quasi presa in contropiede dai semplici “come va oggi?” della COO durante la pausa caffè o dalla stretta di mano e dalle chiacchierate in pausa pranzo con il CEO e gli altri partner.

L’effetto di questo clima più “familiare” è che nessun designer rimane in disparte durante i meeting: tutti sono in grado sia di scherzare che di esprimere commenti e preoccupazioni in maniera diretta, sapendo di avere il supporto di tutti. Credo che questo atteggiamento possa veramente dare a un dipendente aiuto in caso di difficoltà e la capacità di sentirsi (e di essere) parte integrante dell’azienda.

Lavoro e tempo libero

Nella mia prima esperienza di lavoro nel mondo corporate, era abitudine vedere alcuni colleghi lavorare 10 o più per far fronte alle scadenze, o saltare il pranzo pur di non perdere tempo.

Al contrario, per gli svedesi il rapporto fra lavoro e vita privata è sacro.

La merenda con caffè e dolcetti, in svedese Fika*, non è solo una tradizione del paese ma anche un obbligo settimanale per le aziende

Ogni dipendente può scegliere liberamente la propria routine (per le proprie 40 ore settimanali): non ci sono orari fissi di arrivo o di chiusura, idem per la pausa pranzo ed è abbastanza frequente vedere colleghi che escono a metà giornata per una lezione di yoga in palestra o per andare a correre.

Il risultato è lampante: il clima in ufficio è estremamente più rilassato e allo stesso tempo i designer sono più produttivi durante le ore di lavoro.

Il processo di design

Topp ha un mantra, think and do: il lavoro del designer è quindi scandito in due momenti, quelli di ragionamento (in gruppo) sugli obiettivi e quelli dove si passa all’azione dedicandosi al prototyping.

Specialmente in caso di progetti complessi, ho trovato efficace il trovarsi a ragionare assieme in più momenti della giornata, per fare il punto della situazione e trovare nuove soluzioni, per poi dividersi di nuovo e concentrarsi sulla propria parte.

E qui nessun team è un isola — se la sfida è particolarmente ardua, un designer può coinvolgere anche tutta l’agenzia per una o più sessioni di prototyping.

I dettagli contano

Se qualcuno mi avesse chiesto di descrivere il mio ufficio ideale, molto probabilmente avrei pensato alla sede di Google a Mountain View che ho visto piú volte online. Lavorando qui, sono dell’idea che effettivamente un bell’ufficio ha il suo effetto, però sono i dettagli a fare la differenza.

Il mio kit di benvenuto

Mi spiego:

  • Ogni meeting room e ogni open space è arredato con più lavagne, così che è possibile fare schizzi, schemi e brainstorming ovunque;
  • Il primo giorno di lavoro, ancora prima di ricevere un computer, sulla mia scrivania ho trovato pennarelli nuovi, 3 pacchetti di post-it e un quaderno per appunti e disegni;
  • E se per caso non hai portato niente con te a una delle riunioni, ci sono fogli, pennarelli e post-it a disposizione un po’ dappertutto;
  • In più, la maggior parte delle aree comuni ha qualche snack e/o bevande — perchè a stomaco pieno si ragiona meglio.

Grazie a questi piccoli accorgimenti, si perde molto meno tempo e i designer — soprattutto quelli abituati a pensare in modo estramamente visivo — possono lavorare in maniera più efficace.

TL;DR
In questa prima settimana come UX Designer in Svezia, ho avuto a che fare con designer competenti, che mi hanno subito fatto diventare parte del team, all’interno di un ambiente familiare e rilassato; ho scoperto come i qui i lavoratori sono in grado di lavorare in modo efficace (grazie al metodo think and do e ad uffici ben attrezzati), ma preservando le meritate pause e il tempo libero.

*si, è da una settimana che rido

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